Phoenix e i pendoli di Paolo Atti

Phoenix e i pendoli di Paolo Atti

Paolo Atti è un artigiano-artista che ha scelto di costruire pendoli da radiestesia. I suoi pendoli hanno riscosso un grande successo in tutto il mondo per la loro bellezza e per le loro qualità. Come se non bastasse Paolo ha creato, o piuttosto canalizzato, un pendolo nuovo, il Phoenix, che ha subito suscitato interesse per la sua bella forma e il suo utilizzo particolare.

Come sei arrivato a costruire pendoli?
Ho navigato tanti anni su barche a vela e in inverno lavoravo in cantiere navale come falegname specializzato in arredi. Sono sempre stato attratto dall’ebanisteria. Mio nonno era ebanista e intarsiava strumenti musicali. Nel 2021 incomincio la produzione di solidi platonici in legno. ( In matematica, in particolare in geometria solida, il termine solido platonico è sinonimo di solido regolare e di poliedro convesso regolare, e indica un poliedro convesso che ha per facce poligoni regolari congruenti e che ha tutti gli spigoli e i vertici equivalenti)  Per caso incontro un radioestesista che mi chiede di realizzare un pendolo al tornio per lui. Da questo, con il passaparola, ne seguono altri per i suoi allievi e così inizio una piccola produzione di pendoli da radioestesia. Ovviamente incomincio copiando tutto ciò che esiste come pendoli in commercio, la maggior parte di questi pendoli sono in metallo e io li replico in legno. Decido di utilizzare legni particolari, cioè legni italiani di cui si è un po’ persa la memoria: tasso, olmo, ciliegio da frutto e ulivo del lago di Como. Per motivi etici decido di usare solo potature, cioè le essenze che uso non arrivano da alberi abbattuti. Sono tutti alberi molto antichi che vivono tuttora. Il passo successivo è venuto da sé, cioè utilizzare legni pregiati per creare oggetti unici. Utilizzo per i miei pendoli anche legni molto particolari come l’ebano del Gabon e dell’isola di sulawesi, legno serpente o amoretto, palissandro Santos, legni che come destinazione di taglio di stagionatura e di selezione hanno la costruzione di strumenti musicali.

Ci puoi parlare della tua arte?
L’ebanisteria cioè la creazione di oggetti artistici in legno è una attività di nicchia. Io costruisco i miei pendoli utilizzando esclusivamente un tornio da legno manuale, non un tornio industriale con le manovelle, decido quale velocità usare, l’angolo di affilatura degli scalpelli che cambia leggermente a seconda del legno che uso, ogni angolo e lavorazione sui pendoli è fatto esclusivamente a mano libera senza l’ausilio di replicatori o Dime di taglio. Ogni pendolo che esce dal mio laboratorio è un pezzo unico perché anche con lo stesso modello le misure finali che ottengo sono leggermente diverse anche se di poco, le une dalle altre. È una attività che richiede precisione, passione, dedizione, concentrazione. Ma è un lavoro che mi appassiona moltissimo, quando vado a dormire alla sera non vedo l’ora che venga l’alba per tornare a creare nel mio laboratorio. I miei pendoli non subiscono nessun trattamento di colorazione né tantomeno di verniciatura, l’unica finitura è cera d’api che io stesso realizzo.

Come sei arrivato a concepire Phoenix?
Phoenix nasce da una canalizzazione da Akasha. Chiedo ad una mia cara amica di indagare in Akasha per me nel mio registro. Alla fine della sua indagine, il mio guardiano le consegna in mano un piccolo oggetto. Lei lo disegna e me lo comunica, io dopo qualche giorno decido di trasformare questa forma geometrica in due dimensioni in un oggetto tridimensionale. Nasce così la forma di Phoenix, immediatamente durante la costruzione sento un’energia diversa da tutto ciò che avevo costruito in precedenza, nei giorni successivi alla costruzione mi vengono alcune intuizioni sull’uso e stilo una prima bozza del protocollo d’uso.
Decido a questo punto di indagare personalmente e chiedo alla mia maestra di insegnarmi ad andare in Akasha in modo autonomo, e lì è tutto un susseguirsi di informazioni su Phoenix. Ho molti clienti radioestesisti all’estero con i quali collaboro da ormai due anni e decido di inviare a nove di loro Phoenix per eseguire delle rilevazioni. I feedback che mi arrivano nelle settimane successive sono entusiasmanti. A quel punto decido di iniziare una piccola produzione di Phoenix per i miei amici radiestesisti e non più vicini a me. Essi mi confermano i dati ricevuti dai registi esteri. A quel punto decido di iniziare una produzione di Phoenix e brevetto la sua forma.

Nelle tue conferenze affermi che Phoenix non è un pendolo. Perché?
Phoenix, a differenza di tutti i pendoli di radioestesia funziona su parametri completamente diversi, in radioestesia ortodossa l’azione che si esegue con il pendolo e quella di avviare una comunicazione con il proprio sé superiore. Grazie a questa connessione il radioestesista veicola tramite dei micro movimenti della mano delle informazioni che il pendolo trasferisce dal mondo eterico al nostro mondo tridimensionale, usato su quadranti da radioestesia questi danno dei risultati visivi e delle indicazioni. Phoenix ha un modo di operare completamente diverso, Phoenix è infatti più vicino al mondo del reiki, ed è quindi distante anni luce dal concetto classico di radioestesia in cui il radioestesista è al centro dell’azione. Phoenix usa l’operatore come un canale, l’operatore in questo caso deve cercare di essere il più neutro possibile senza veicolare intenti o influenzare il pendolo. Più il radioestesista è neutro più Phoenix esegue la sua indagine sull’uomo, animale, ambiente in modo preciso. Phoenix lavora in modo completamente autonomo, non ha quindi bisogno di intento o di condizionamenti. In seconda analisi, Phoenix porta l’operatore a sondare il suo proprio sé interiore. Phoenix lavora in simultanea sia sul paziente che sull’operatore che sta eseguendo il lavoro e questo è un caso unico al mondo.

Come si può usare Phoenix?
Phoenix dispone di un proprio protocollo di lavoro dedicato, è in grado di lavorare sia sul corpo fisico che sui corpi eterici. Si esegue una procedura di scanning sul paziente steso sul lettino, quando il pendolo identifica un punto particolare che necessita di azione incomincia a girare, a volte in senso orario o antiorario oppure compie delle particolari oscillazioni. Quando il pendolo si ferma si continua con l’indagine fino a coprire tutta la zona corporea del paziente. Phoenix può essere usato anche in modalità statica, semplicemente appoggiandolo su una parte del corpo precedentemente identificata dal medesimo. Si può usare su sagoma per lavoro a distanza. Phoenix in modalità statica cioè appoggiato su un tavolo, non emette nessun tipo di colore rabdomante, se analizzato durante i suoi movimenti, emette colori a seconda della necessità. Indagato con una tavola bovis, in modalità statica in appoggio la sua carica e sempre intorno ai 50/60.000 bovis. È fornito in tre configurazioni diverse, uno molto piccolo da usare indossato come ciondolo, un’altra configurazione è quella del pendolo, un po’ più pesante, ed adatta al lavoro come pendolo. Costruisco un modello molto grande intorno agli 11-12 cm, da tenere semplicemente in casa in appoggio. Preciso che ogni mio pendolo, quindi non solo Phoenix, è costruito con legni di altissima qualità e ogni esemplare che esce dal mio laboratorio è un pezzo unico, non uso infatti replicatori o copiatori. Poi ogni mia creazione è eseguita sul committente, non dispongo infatti di pendoli a magazzino.

Hai esplorato tutte le potenzialità di Phoenix?
Phoenix è nato dieci mesi fa circa, ho creato un form per avere dei report da parte degli utilizzatori, ad oggi sono circa 2800 le risposte che sono arrivate. Ho voluto fortemente creare questo studio analitico del suo lavoro per avere un riscontro oggettivo da parte di chi lo usa. Ad oggi i risultati sono molto confortanti sulla capacità di Phoenix di apportare miglioramenti sia da un punto di vista fisico che da un punto di vista animico, sul paziente come sull’utilizzatore. In questi ultimi due mesi stiamo analizzando alcuni movimenti che il pendolo esegue durante la sua analisi e siamo arrivati alla conclusione che esiste un nesso molto importante con le tavole dei meridiani cinesi. L’indagine di Phoenix è in continua evoluzione pertanto ogni settimana che passa scopriamo nuove e importanti potenzialità di questa forma energetica che grazie ad una canalizzazione di Akasha, e approdato in questo mondo tridimensionale, una forma che era persa nella notte dei tempi, e che ora è tornata.
Ho creato una chat estesa su WhatsApp nella quale una sezione è dedicata a s.o.s Phoenix, una pagina dove chiunque può accedere e richiedere trattamenti gratuiti, infatti su questa sezione operano tutti i giorni quattro o cinque volontari che eseguono trattamenti a distanza su persone che necessitano di aiuto sia fisico che spirituale, un posto dedicato all’aiuto di chi ha bisogno, questo senza richiedere nessun tipo di compenso monetario, un posto magnifico dove vengono veicolate energie di aiuto. Io da parte mia faccio molte conferenze per divulgare il lavoro di Phoenix nel mondo. Catania, Torino, Lugano sono alcune location dove, insieme ai miei collaboratori abbiamo portato il messaggio di Phoenix tra la gente. Le prossime date saranno Soave vicino a Verona e Padova e prossimamente A Roma e Milano, con un riscontro di pubblico entusiasta. Sulla scia di queste conferenze si è ritenuto opportuno creare un protocollo di lavoro per effettuare dei corsi sull’uso di Phoenix in presenza. La prima data per i corsi Fenix sarà il 17 marzo  2024 dalle 9:00 alle 18:00 a Conegliano Veneto, nei prossimi mesi Ne seguiranno altri.

Per maggiori informazioni: https://www.facebook.com/profile.php?id=100083225764690

 

 

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