Pranayama: la scienza del respiro

Pranayama: la scienza del respiro

 

Se respiriamo significa che siamo vivi ma non basta. Per essere in totale benessere è fondamentale essere consapevoli di come lo facciamo.

 

Incontro con Julijana Milicevic, insegnante di Hatha Yoga

di Natascia Bandecchi

 

Pranayama è la combinazione di due parole sanscrite: prana e yama. Prana significa “forza vitale”. Generalmente si immagina che il respiro sia legato unicamente all’ossigeno che viene inspirato nel corpo ma il concetto di prana è molto più ampio, è un’enegia che permea tutto quanto indistintamente.

Yamasignifica controllo.Pranayama quindi significa: il controllo del respiro.

In alcuni testi però Pranayama si divide in prana  (vedi definizione sopra) e ayama che vuol dire estensione e quindi ne deriva il significato: estensione del respiro.

Apparentemente le due interpretazioni possono sembrare agli antipodi ma in verità sono collegate. Attraverso il controllo del respiro infatti si ottiene un’espansione, che, per la nostra mente potrebbe sembrare una contraddizione, ma in realtà il controllo è necessario per rieducare il respiro affichè si possa ottenere un’espansione. Il respiro è l’unico atto fisiologico del nostro corpo che è sia volontario che involontario, quindi sul quale possiamo agire.
Purtroppo non è comune nelle persone rendersi conto dell’importanza di questa semplice possibilità perchè è un atto involontario quindi spesso continuiamo a respirare in maniera “povera” tutta la nostra vita perdendoci l’opportunità preziosa di respirare consapevolmente.

Perchè è importante saper respirare ?
Immaginiamo che il prana sia un ponte tra il nostro corpo e la nostra mente. Quindi un collegamento diretto che ci fa dire che attraverso il respiro posso agire sul corpo e posso quindi agire anche sulla mente: un’azione portentosa. In che modo il respiro è un ponte. Una buona respirazione agisce sul corpo per esempio su una buona ossigenazione e quindi sulla salute di tutti gli organi. Con il Pranayama quindi, da un lato si agisce sul sistema cardiovascolare, sull’ossigenazione degli organi, sull’armonizzazione del battito del cuore e, dall’altra parte, agisco sul sistema nervoso attraverso le diverse tecniche di respirazione che aiutano ad espandere il respiro.
Sono esercizi molto semplici che piano piano cambiano l’assetto dentro di noi partendo dai livelli tra anidride carbonica e ossigeno. Si dona al nostro corpo la possibilità di incamerare più ossigeno e si agisce verso la mente attraverso il sistema nervoso. Una respirazione profonda e consapevole stimola il sistema parasimpatico (il respiro può stimolare anche il sistema simpatico ad esempio se comincio andare andare in iperventilazione) – che è il sistema di rilassamento del corpo che si occupa per esempio della digestione. –
Cosa accade quindi quando si espande il respiro ? Avviene che si va a stimolare il nervo vago – un nervo che va dal cranio sino all’addome e che interagisce con gli organi addetti alla respirazione (i polmoni, etc) – stimolandosi a vicenda. Quindi più io esercito un respiro profondo più questo nervo stimola il corpo a rilassarsi.
Un problema che può emergere spesso nell’essere umano è che il nostro corpo è stimolato dal sistema simpatico – che è il sistema che contrae, stimola e che è attivo in situazioni di emergenza reali o immaginarie – senza che ce ne rendiamo conto. Per esempio abbiamo il respiro corto e inviamo al nostro corpo il messaggio erroneo di essere in fuga o in pericolo. Il non essere consapevoli di come respiriamo non ci offre quindi l’opportunità preziosa di comprendere come stiamo sia a livello fisico che mentale.

Come si pratica il pranayama ?
La base di tutto è rendere l’atto della respirazione consapevole quindi esercitare il nostro corpo a respirare consapevolmente. È pertanto importante comprendere che la nostra presenza nell’atto della respirazione può cambiare lo stato delle cose (dentro e fuori) e quindi portare attenzione al respiro è il primo scalino della scala per prendere confidenza con il Pranayama. A proposito di scale è fondamentale procedere a piccoli passi nella pratica del Pranayama, non si può pensare che da un respiro superficiale che abbiamo praticato per una vita si possa passare il giorno dopo ad un respiro ad ampi polmoni. È un processo che richiede tempo e costanza e soprattutto amorevolezza. L’unico ostacolo per abbracciare in maniera totale il Pranayama è l’impazienza. Come quando si costruisce una casa: bisogna partire dalle fondamenta per poi piano piano posare mattone dopo mattone e costruire la nostra abitazione.
Il respiro addominale è fondamentale nel Pranayama: per iniziare a prendere confidenza con questo tipo di respiro basta poggiare una mano sull’addome – che nel frattempo è disteso perché non è semplice mantenere l’attenzione sul respiro e soprattutto bisogna comprendere quello che si sta facendo e praticarlo in maniera corretta. Fondamentale è ascoltare i segnali che il corpo  lancerà rispettando i propri tempi senza sforzare nulla. Accogliere in maniera naturale quello che arriva, senza giudizio o impazienza.

I benefici del Pranayama
Il sistema nervoso viene armonizzato aiutando a gestire eventuali stati di ansia.
Il pranayama infatti aiuta a riprogrammare alcuni “automatismi” che sono presenti nel nostro corpo, quindi: pensieri negativi, modi di pensare ricorrenti. Avviene quello che descriverei come mettere in pausa la mente portando semplicemente attenzione e consapevolezza ovunque dentro di noi. L’atto del respiro è il ponte più immediato che può portare questo tipo di attenzione profonda tra corpo e mente.
Ci sono molti benefici per gli organi interni che vengono ossigenati, la pressione sanguigna viene regolarizzata. Praticato a lungo il Pranayamapuò prevenire problematiche che si possono sviluppare all’interno del sistema nervoso.

Per chi pensasse che il Pranayama è una pratica troppo complicata o non si sentisse all’altezza, cosa suggerisci ?
Credo che respirare sia l’atto più naturale e spontaneo che l’essere umano possa fare e non esiste nessuna situazione in cui il Pranayama non possa essere praticato. A seconda delle situazioni esistono delle tecniche di respirazione che sono più indicate per alcuni e per taluni meno, ma qui parliamo di tecniche di Pranayama più avanzate.
Attraverso il Pranayama più semplice si può ricontattare uno stato naturale dell’essere che è dentro di noi. Immaginiamoci di tornare neonati e respirare in maniera naturale con tutto il corpo. Con il tempo ci siamo dimenticati come respirare naturalmente in maniera profonda. Oggi, “da grandi”, dobbiamo solo allenarci di nuovo a respirare come già sapevamo fare appena nati. Il Pranayama è un pò come se fosse un’educazione al respiro. Non c’è una reale difficoltà ma ci vogliono solo perseveranza e pazienza.

Tu come ti sei avvicinata al Pranayama ?
Pratico yoga da 14 anni e 8 anni fa ho iniziato una formazione in quello che sentivo mi portava beneficio: lo yoga! Negli anni ho approfondito lo yoga attraverso vari corsi e un percorso formativo per insegnanti e, più continuavo questo cammino, più mi rendevo conto durante la pratica che il respiro era strettamente collegato al mio stato mentale. È stata una scoperta nitida e chiara. Attraverso questa esperienza diretta mi sono resa conto di come fosse importante portare consapevolezza e sviluppare presenza anche nel semplice atto del respirare.
Una pianta cresce da sè, fa il suo corso, involontario – come il respiro per noi – ma se noi ci prendiamo cura di questa pianta, la accudiamo, la nutriamo, la ripariamo dal vento, dal freddo, questa pianta crescerà più forte e sana. La pianta è come per noi il respiro, queste piccole-grandi attenzioni possono fare la differenza e incidere in maniera chiara sullo stato di benessere a 360° gradi che il corpo e la mente possono beneficiare.

Per informazioni:
Email:                           jayajuly27@gmail.com
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