HUMAN DESIGN: capire chi si é e come funzioniamo
Le origini dello Human Design nascono nel gennaio 1987 quando Ra Uru Ha (all’anagrafe Robert Krakover) ricevette la struttura di questa conoscenza. Nel 1992, dopo una lunga esperienza su se stesso decide di condividere e rendere pubblico il sistema con l’intenzione di fornire uno strumento auto-conoscitivo prezioso a chi lo desiderasse.
Intervista ad Antar Hiro, operatore olistico & analista/guida di Human Design System
di Natascia Bandecchi
Che cos’é lo Human Design ?
Human Design é uno strumento che ci permette di entrare in contatto con le nostre meccaniche di funzionamento: “chi siamo” e “come funzioniamo”, alfine di prendere corrette decisioni nella vita.
Nella pratica é una sintesi di conoscenze antiche, scienze moderne e contemporanee che si traducono con un linguaggio grafico/visivo che ci mostra la mappa genetica di quello che siamo. Attraverso l’analisi di questa mappa genetica abbiamo la possibilità di comprendere la scelta che abbiamo fatto di incarnarci su questo pianeta: quali sono i nostri talenti e le nostre vulnerabilità. Confrontarci cioè con due concetti molto importanti nello Human Design che sono: il “sé” e il “non sé”.
Il “sé” é la visione olistica: corpo, mente e spirito, e cioè quello che siamo, quello che è la nostra verità e quello che é il nostro proposito esistenziale. Il “non sé” é l’identificazione con la mente.
Cosa avviene quindi ? Una sorta di gioco tra bene e male, luce ed ombra e così via che diventa sempre più interessante perché é contestualizzato su di noi, cioè con un linguaggio individuale che ci porta a confrontarci con la nostra verità, a vedere quindi dove si trovano il nostro “sé” e “non sé”. Quante volte ci illudiamo che siamo noi a prendere delle decisioni convinti che siamo noi a prenderle e in realtànon ci rendiamo conto che siamo dei burattini manovrati da questo “non sé” ? “Non sé” che di fatto è il nostro condizionamento primario: i nostri genitori, il vicino di casa, il maestro, l’amico, il prete e via dicendo. Sono questi condizionamenti che portano l’accento sul fatto che noi non siamo stati educati all’unicità.
Lo Human Design, chiamato anche scienza della differenziazione o del risveglio, di fatto nasce per i bambini perché loro non sono ancora condizionati e quindi, nel momento in cui riusciamo a rispettarli per quello che sono attraverso la conoscenza della loro meccanica di funzionamento, gli offriamo la possibilità di vivere la loro verità e di conseguenza, non solo gli facciamo questo enorme dono, ma ne beneficiamo tutti. È chiaro che per arrivare ai bambini é necessario inevitabilmente lavorare sui genitori, sugli educatori e di conseguenza su noi stessi e su tutte le persone che hanno la responsabilità della loro vita e di questo pianeta.
Come funziona lo Human Design ?
Abbiamo detto prima che lo Human Design è una sintesi di scienze antiche quali per esempio l’astrologia, l’I-Ching, il sistema dei chakra, la Kaballah.
Lo Human Design nell’occuparsi del funzionamento della vita in questo piano duale, si basa non su un solo dato (come accade per gli altri sistemi di auto-conoscenza) ma su due dati. Il primo dato èquello che si chiede in genere per un tema natale e cioè: data, ora e luogo di nascita. Da questa informazione, il software che crea la Rave Chart (mappa genetica individuale), si ricava un altro dato circa 3 mesi prima della nostra data di nascita che èla cosìdetta data pre-natale. Ovvero il momento in cui il feto si écompletato con lo sviluppo della neocorteccia celebrale, chiamata anche “il sedile del passeggero”. In quel momento il feto ha in sé tutto il potenziale di quello che si svilupperà come il nostro “bio veicolo” (definizione di corpo nello Human Design). A quel punto viene inviato un segnale all’universo che dice: “qui i lavori sono ultimati, il passeggero (l’anima) può scendere e prendere posizione”.
In questo momento si crea un disegno caratterizzato da elementi di colore rosso, che corrispondono a parti di noi fisse e consistenti e per tanto affidabili ma che, in questo caso, sono inconsce e rappresentano la nostra eredità bio-genetica.
Quando poi nasciamo, veniamo alla luce, siamo come “lastre fotografiche” che vengono impressionate dalle informazioni planetarie che stanno transitando in quell’esatto momento. Queste si fissano in noi creando un altro disegno, questa volta caratterizzato da elementi di colore nero, che definiscono le parti che in noi sono consistenti e affidabili ma questa volta consce al punto da creare la nostra personalità: chi ci crediamo di essere.
Noi però non siamo né il nostro conscio, né il nostro inconscio ma siamo una sintesi quantica dove il risultato é sempre superiore rispetto alle somme delle singole parti. Ed é esattamente questa mappa che si chiama corpo grafico o rave chart che ci caratterizza e che è quella che poi analizzeremo e studieremo così da fornirci dei validi strumenti pratici che ci permettono, di fronte ad una decisione da prendere, di non essere più divisi tra conscio e inconscio o peggio ancora, identificati in quello che non siamo. Sostanzialmente lo Human Design è un lavoro di armonizzazione che ci aiuta a riconoscere realmente chi siamo aldilà della percezione di noi che troppo spesso è limitata, limitante e condizionata.
Quindi basta farsi fare la propria mappa corpo grafico e ho capito chi sono e cosa voglio ?
Innanzitutto é importante affidarsi ad un professionista che legga la tua rave chart.
Mi sento di dire che lo Human Design è un sistema di potenziamento olistico ma la prima cosa che inevitabilmente si potenzia è la mente. Questo avviene per una questione di sopravvivenza visto che nella maggior parte dei casi il “non sé” punta a quello e quindi facilmente inizieremo a ricevere informazioni sul nostro corpo grafico e il nostro “non sé” le manipolerà per illuderci che stiamo evolvendo ma in realtà il “non sé” desidera solo mantenere lo status quo. Èimportante quindi l’approccio che si ha con queste informazioni onde evitare di mettersi una serie di etichette del tipo: “sono così o cosà” e ragionare in maniera totalmente mentale.
La lettura individuale della propria rave chart éuna sorta di chirurgia metafisica dove il sistema dello Human Design, attraverso delle parole chiave codificate che emergono dal proprio disegno, fa risuonare dentro di noi delle aperture di coscienza in modo che la persona a cui viene fatta la lettura non segua quello che dice l’analista come se fosse un dogma. In questo modo si ha l’opportunità di seguire quello che é più aderente al nostro essere.
L’analista di Human Design conduce alla conoscenza di sé fornendo due chiavi che si chiamano: attitudine (io la chiamo così ma in origine si chiama strategia) e autorità. L’attitudine è la predisposizione alla propria verità e l’autorità è la propria verità. Con queste due chiavi (ognuno ha le sue) si ha sempre la possibilità di mettersi in gioco e riuscire a sentire dove si trova la propria verità. Qualsiasi decisione che si prenderà onorerà semplicemente la mia unica reale decisione di essere qui e fare quell’esperienza: bevo un caffè o un cappuccino ? Mi sposo oppure no ? Compro casa oppure no ?
Perché mettersi in gioco e scoprire chi si é veramente quando magari per una vita si é condotto un’esistenza che non corrisponde al proprio “sé” ?
Spesso chi chiede la lettura della sua rave chart viene perché ha un problema con il/la partner oppure problemi legati al lavoro quindi c’é la convinzione che, facendo un lavoro di questo tipo, si possano risolvere i problemi. Non voglio fare terrorismo psicologico però quasi sempre il risultato della consulenza sarà la separazione dal partner e cambiare lavoro. Questo perché? Perché abbiamo tutti quanti scelto di costruire la nostra vita su basi errate, condizionate. L’abbiamo fatto perché il nostro lavoro é la conseguenza di un percorso scolastico di cui non ci é mai fregato niente, ci é stato imposto dai genitori oppure per convenzioni o sicurezze economiche.
Ci siamo affezionati a quel partner per chissà quali motivi e poi nel tempo la relazione non é stata più nutriente e potenziante, ma in funzione di quella promessa, di un interesse economico oppure dei figli o chissà che altro ci obblighiamo a restare in un ciclo che si é già concluso da tempo.
Il lavoro dello Human Design ti confronta in modo molto semplice e pratico con l’evidenza dei fatti. La questione non è che qualcuno dall’esterno te lo dica ma ti regala la possibilità di essere totalmente autonomo fornendoti uno strumento di indagine formidabile con cui ci si può relazionare in maniera armoniosa e comprendere se, nelle decisioni che quotidianamente prendo, ci sia verità così da poter fluire nella vita in maniera naturale alla mio essere.
Qual’é la tua esperienza personale con Human Design ?
Mi viene da dire che é veramente una sfida essere quello che siamo.
A un certo punto, quando mi sono state trasmesse delle informazioni durante la mia prima lettura individuale, è successo qualcosa di veramente sconcertante. Primo perché quello che mi é stato detto minava totalmente quello che stavo costruendo nella mia vita: la mia ambizione, il mio lavoro. Mi é stato detto letteralmente: “Guarda, se questo è
quello che stai facendo…non stai vivendo la tua vita”. In sostanza, quel lavoro non fa per te, stai seguendo uno schema che non é il tuo.
Stranamente nello stesso tempo che mi venivano date quelle informazioni io stesso realizzavo che erano vere malgrado un’altra parte di me dissentiva. Ad un certo punto ho sentito che potevo dare fiducia alla lettura della mia rave chart o quantomeno non davo per scontato che quello che non mi stava risuonando in quel momento non fosse vero. In effetti nel tempo, onorando anche i miei lunghi tempi emozionali, ho realizzato di quanta verità ci fosse dietro quello che mi era stato detto, al punto tale che ho voluto approfondire e ho trasformato lo Human Design, oltre che in una professione, in uno stile di vita. La cosa più bella nei panni di ricercatore è che continuo ad aprirmi verso altri sistemi di conoscenza e quindi: regressioni, costellazioni famigliari e antiche pratiche sciamaniche.
La meraviglia di questo cammino è che, grazie al filtro dello Human Design, vedo come tutti gli altri sistemi autoconoscitivi siano validi e di come parlino tutti della stessa cosa.
Personalmente abbraccio lo Human Design perchééchirurgico e pratico. Mi dàsicurezza, una certezza. Credo sia importante in un cammino autoconiscitivo lavorare su di séin maniera esperienziale perché la trascendenza è solo nell’esperienza per cui se si approccia lo Human Design unicamente in maniera teorica sicuramente si conoscerà un grande potenziale ma rimarrà limitante. Io personalmente sono uno scettico di base e quindi non prendo mai per oro colato ciò che mi viene detto. È fondamentale quindi applicare lo Human Design nella vita pratica e non utilizzarlo per ingrassare la mente o illudersi di fare un cammino spirituale quando c’é un’ipocrisia di fondo e in realtà non si stanno applicando le informazioni ricevute. Si puòstudiare lo Human Design per anni, decenni, ma la sostanza su cui poggia tutto sono le due chiavi: attitudine e autorità. Se questi pilastri non vengono applicati tutto quello che si sa si trasforma in un cervello obeso e non mette a frutto tutto il potenziale di questa scienza.
Per maggiori informazioni scrivere email a Antar Hiro: antarhiro@live.com
Giovedì6 dicembre 2018 dalle 19.00 ci sarà una serata informative sullo Human Design Sistem al Canvetto Luganese, via Simen 14b, Lugano. Per maggiori informazioni e prenotazioni scrivere email a: ilaria.barizzi@gmail.com