Ciò che viene rivelato al pubblico è una minima parte di ciò che è stato inventato

Ciò che viene rivelato al pubblico è una minima parte di ciò che è stato inventato

Vincenzo Bossio è un ex-pilota e un convinto sostenitore di tesi che sanno di fantascienza. Ce ne ha parlato recentemente a Lugano, dove ha accompagnato Eleonora Fani.

Si parla di fatti apparentemente fantascientifici come dell’esistenza di tecnologie aeronautiche e spaziali estremamente avanzate fin dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. È esatta questa informazione?
Si, è esatta. Se vogliamo racchiudere questa informazione in un lasso temporale storico definibile, possiamo dire che fin dal 1930 abbiamo visitato Marte. Perché la tecnologia antigravitazionale non nasce con i cosiddetti dischi volanti così come viene immaginata dal collettivo, ma nasce da un’idea che veniva applicata ai sommergibili. Il sommergibile per natura, essendo un mezzo completamente sigillato rispetto all’esterno, di fondo è già pronto per viaggiare nello spazio come lo fa sottacqua. Sottacqua infatti si trova a dover vincere centinaia di atmosfere contro la pressione interna, mentre nello spazio la pressione interna è di un’atmosfera rispetto a zero fuori.

Da dove nasce questa tecnologia?
Ci sono due strade che sono state percorse. Una riguardava le invenzioni terrestri. Dobbiamo pensare che ciò che viene rivelato al pubblico è soltanto una minima parte di quanto è stato veramente inventato. In realtà se uno fa un’indagine accurata nell’ufficio brevetti degli Stati Uniti, o di qualsiasi altra superpotenza, scoprirà che ci sono migliaia di progetti secretati. Negli USA ce ne sono ottomila soltanto sotto la voce “free energy”. Quando ci dicono che non c’è niente che possa sostituire gli idrocarburi o i combustibili fossili per alimentare la terra, si tratta ovviamente di una enorme menzogna. Quindi nei primi anni Trenta, grazie alle tecnologie di cui parlavo prima, i tedeschi erano già stati sulla Luna, vi avevano costruito una base e si erano spinti fino a Marte. Non ho notizie di viaggi ancora più lunghi, anche perché tutti quelli che hanno viaggiato nello spazio hanno visto che era ben affollato. Non si può fare esattamente quello che si vuole nello spazio, perché ci sono altre forze e altre basi molto più antiche rispetto a quello che conosciamo noi sulla Terra, e queste forze non gradiscono ingerenze da parte di altri “Paesi” se vogliamo chiamarli così.

In altre parole, ciò che viene pubblicizzato come le ultime conquiste della scienza e della tecnologia non è che una minima parte di quanto hanno a disposizione le grandi potenze?
Esatto. Se facciamo un paragone tra ciò che abbiamo a disposizione in fatto di tecnologia in un determinato anno e quello che possiamo avere l’anno successivo, notiamo che c’è sempre un progresso. Ad esempio i computer diventano più veloci, i televisori più intelligenti e così via. Quella differenza va moltiplicata per quarantaquattro per quanto riguarda l’apparato militare-industriale. Ossia ogni anno di avanzamento tecnologico per il pubblico corrisponde, come qualità e quantità, ad un avanzamento tecnologico e militare quarantaquattro volte superiore per le elite.

Per quale motivo il pubblico viene tenuto all’oscuro dei veri progressi tecnologici?
Ci sono più motivi. Il primo è di natura commerciale. Se passo dal computer che fa cento operazioni al secondo a un computer quantistico non riuscirò a vendere alla gente tutti gli step intermedi che ci sono tra i due. Quindi si fanno delle modifiche minime, si aumentano di poco le prestazioni, ma si vendono gli stadi intermedi, perché si deve tenere in piedi un mercato. Il secondo motivo è legato al potere. Lo strumento nelle mani giuste diventa potere e questo potere non è consentito elargirlo al popolo, perché il popolo è destinato a creare profitto e a sottostare al potere. Se chi comanda ha a che fare con chi dispone di  una tecnologia meno aggiornata può sempre gestire la situazione. Quindi chi ha il potere non ha nessun interesse ad elargire tecnologie troppo avanzate al popolo e questo nel campo medico, nel campo dei viaggi come in quello dei computer. Quindi, dobbiamo capire che un buon quaranta per cento dei mezzi volanti che noi chiamiamo non identificati sono terrestri. Poi una piccola fetta viene veramente classificata come non identificata perché, anche se i governi terrestri hanno a che fare con molte razze aliene, non tutte le razze aliene vogliono avere a che fare con gli umani.

Che cosa richiede il viaggio spaziale dal punto di vista degli astronauti umani?
Alla base del viaggio spaziale ci sono essenzialmente due esigenze. La prima è un sistema che permetta agli astronauti di mantenersi in salute. Infatti il viaggio spaziale, oltre a provocare tutta una serie di disturbi, sottopone l’apparato osseo a un degrado molto forte. La seconda cosa è l’approvigionamento alimentare. Pensare di costruire un’astronava che abbia una serra capace di alimentare centinaia o addirittura migliaia di persone è estremamente irrealistico. Perciò sulle astronavi esiste già da anni un sistema che si chiama Replicatore. La prova dell’esistenza di questo Replicatore è stata data da uno scienziato molto controverso che taluni ritengono un millantatore, ma che secondo me non lo è: Meran Kesh. Il replicatore, a partire dalla sabbia, può riprodurre qualsiasi tipo di prodotto vegetale, animale, minerale e così via.

Come è possibile?
È possibile agendo sul plasma, ossia sullo stadio energetico della materia, prima che questa prenda forma e dandole l’informazione desiderata perché si trasformi ad esempio in verdura, in latte e in altri prodotti alimentari. Un altro fattore importante per i viaggi spaziale è l’AI. L’AI non è un prodotto recente, perché l’AI non è un’invenzione di questa razza, è qualcosa che esiste nello spazio forse da sempre. I calcoli astronomici e gravitazionali per spostarsi a velocità molto superiori a quella della luce da un punto A a un punto B sono complessi e vanno aggiornati mentre la nave si sposta e quindi un cervello umano non li può eseguire. Inoltre l’AI è assolutamente necessaria perché dà delle indicazioni di fattibilità anche in ambienti ai quali noi non siamo abituati.

Per esempio?
Mettiamo di essere su una nave che si sposta dalla Terra verso un pianeta che non è mai stato visitato dagli umani. Mentre ci avviciniamo, i sensori leggono tutti i dati: lo stato del terreno, la quantità d’acqua, la composizione dell’atmosfera se c’è, lo stato magnetico del pianeta eccetera. Quando si prospetta la possibilità di scendere sul pianeta, bisogna fare un’analisi accurata di quello che potrebbe essere il luogo più “ospitale” per gli esseri umani. La ricognizione non richiede soltanto qualcosa che scenda  e prenda atto dello stato del terreno, ma richiede una serie di valutazioni che vengono condensate in pochi attimi dalla velocità di calcolo dell’Intelligenza Artificiale. Inoltre l’AI ha la possibilità di assimilare tutto il sapere di un’altra AI in un tempo pari a una ventina di minuti al massimo. Quindi, quando entriamo in contatto con un altro mezzo che non è terrestre, generalmente viene utilizzata l’intelligenza artificiale per estrapolare le informazioni da questo mezzo, perché se questo compito venisse demandato a degli scienziati umani, ci vorrebbero anni per estrapolare tutti i dati e per capire quelli che sono utili e quelli che non lo sono. Con questo voglio dire che quel tipo di tecnologia non è solo utile ai viaggi spaziali, è necessaria.

E secondo te questa tecnologia esiste da moltissimo tempo?
Da sempre direi. Ci sono informazioni, per il momento riservate, che parlano di 250 o 270 milioni di anni fa, un lasso di tempo enorme, di razze vissute addirittura prima dei dinosauri. E questo solo sulla Terra. Ci sono pianeti dove le tracce sono molto più antiche. Quindi il volo interstellare è per noi il punto di arrivo di una fantascienza proposta ma che in realtà fa parte di un passato remotissimo. Perché per quello che possiamo appurare con i mezzi attuali, la Terra ha subito cinque collassi della civiltà. Però che cosa c’era prima dei cinque collassi e che cosa c’era negli intervalli tra questi avvenimenti catastrofici non lo sappiamo. Qualcuno parla dei Vimana, dei Veda, ma anche i Veda non sono poi così antichi, ci sono testi molto più antichi dei Veda, ma non sono a disposizione del pubblico.

Perché?
Perché la conoscenza è come il filo di Arianna. Quando inizi ad elargire la vera conoscenza in qualunque settore, dato che la vera scienza è una ed è tutta connessa, questa conoscenza consente di arrivare dove chi ha il potere non vuole che arriviamo, perché non si può gestire un popolo che ne sa quanto i suoi governanti. Le scelte di chi comanda sono determinate dal profitto e dal potere, non dal principio etico. Il principio etico ti fa fare la cosa giusta a prescindere dal costo che ha, il profitto ti fa fare solo ciò che ti torna utile.

Tornando ai mezzi volanti terrestri o meno, tu come pilota ne hai visti?
Ne ho visti tanti, di tutte forme. Da sfere di un verde accecante a un boomerang che volava parallelo al mio aeroplano. Due triangoli sovrapposti, dischi…

Ci sono piloti che negano di aver mai visto mezzi volanti non identificati. Per quale motivo?
Essenzialmente per motivi di autoconservazione. Oggi siamo in una fase un po’ diversa, ma solo quindici anni fa, se dicevi al tuo superiore che avevi visto un UFO , ti fermavano e ti mandavano dallo psichiatra per vedere se stavi bene. Questo era il primo passo, poi se insistevi venivano presi altri provvedimenti più pesanti. Il segreto è la chiave di volta di tutto il castello che esiste sulla Terra: religione, politica, gestione delle risorse, medicina.

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